mercoledì 15 febbraio 2012

LaStampa.it: Sesso e assunzioni facili

Lo chiamavano «lo zar», «il re», o addirittura «il padrone», l'ex sindaco di Rifondazione comunista di Gubbio, Orfeo Goracci, attuale vicepresidente del Consiglio regionale dell'Umbria, finto oggi agli arresti insieme ad altre otto persone del suo «gruppo», tutti ex amministratori, consiglieri in carica o funzionari del Comune. Secondo uno dei testimoni-chiave dell'inchiesta della procura di Perugia, condotta dai carabinieri dell'Arma territoriale e da quelli del Ros, Goracci «all'interno dell'Amministrazione si comportava come un dittatore, disponendo del Comune come di una cosa propria, rifiutando ogni consiglio che non fosse conforme alla sua volontà e penalizzando o favorendo a suo arbitrio i dipendenti, in particolare le donne». Per tutti l'accusa è di aver dato vita ad un'associazione per delinquere, promossa da Goracci, attiva dal 2002 «ed ancora in essere», finalizzata a commettere «una serie indeterminata» di reati di abuso d'ufficio, concussione, falso in atti pubblici e soppressione di atti pubblici. Tutto ciò, instaurando «un clima di intimidazione e di paura all'interno del Comune di Gubbio», emarginando, danneggiando e minacciando le persone «invise o ostili» al sodalizio e «piegando lo svolgimento delle pubbliche funzioni al perseguimento di interessi privati, consistenti in vantaggi politico-elettorali, mantenimento delle posizioni di potere e sviluppo della carriera, vantaggi economici per se stessi e per soggetti loro legati da vincoli di vicinanza politica, amicizia e sentimentali (per il Goracci)». Sì, perché l'ex sindaco - si legge nelle carte processuali - avrebbe illegittimamente favorito alcune dipendenti con cui avrebbe intrattenuto delle relazioni e, al contrario, danneggiato chi avrebbe respinto le sue avances: nell'ordinanza di custodia cautelare viene in particolare citato il caso di una agente di polizia municipale a tempo determinato penalizzata nel concorso per vigile urbano a tempo indeterminato, che per due volte sarebbe stata molestata dal sindaco nel suo ufficio. Per questo episodio Goracci è accusato anche di violenza sessuale. Insieme a Goracci sono finiti in carcere il suo braccio destro, l'ex assessore e vicesindaco Maria Cristina Ercoli, Lucio Panfili e Graziano Cappannelli, già assessori ed attualmente consiglieri comunali di Gubbio, e Lucia Cecili, «funzionaria comunale legata anche sentimentalmente al Goracci». Gli arresti domiciliari sono stati invece disposti per Antonella Stocchi, «consigliere comunale legata anche sentimentalmente al Goracci»; Paolo Cristiano, già segretario generale e dirigente del Comune di Gubbio; Marino Cernicchi, ex assessore della giunta Goracci e la dipendente comunale Nadia Ercoli, sorella di Maria Cristina. Lungo l'elenco degli episodi contestati, a vario titolo, al «gruppo Goracci»: dagli abusi e pressioni su una dirigente del Comune (dalle cui denunce è partita l'inchiesta) per favorire Nadia Ercoli, sorella dell'allora vicesindaco, e farla diventare comandante della Polizia municipale, alle minacce di rimozione rivolte ad un altro dirigente, 'accusatò tra l'altro di non aver sottoscritto la lista di Rifondazione comunista e non aver penalizzato un dipendente in quanto «diessino». Dal tentativo di avviare un procedimento disciplinare nei confronti di un sindacalista «inviso al sodalizio», anche perchè sospettato di essere l'autore di alcuni «bigliettini anonimi sulle malefatte dell'ex sindaco», ad abusi vari, anche per l'assegnazione della gestione di un bar «ad un gruppo di persone legate a Rifondazione Comunista». Fino alle pressioni su un consigliere comunale del Pd, minacciato di non venire 'stabilizzatò se non avesse procurato a Goracci l'appoggio del suo partito per le amministrative del 2006. «Piena fiducia nell'azione della Magistratura» è stata espressa fa Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, il quale ha auspicato che si faccia rapidamente piena luce sulla vicenda e ricordato che già a novembre il partito ha sospeso gli indagati e chiesto a Goracci di dimettersi da vicepresidente del Consiglio regionale dell'Umbria. Cosa che non è avvenuta.

L'articolo completo e gli approfondimenti sono disponibili all'indirizzo: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/442480/

Questo messaggio ti è stato inviato con l'applicazione LaStampa.it per iPhone.

Scaricala anche tu gratis dall'AppStore!

Nessun commento: